Ricordo di Franco

 

La bellezza dello spazio

Franco se ne è andato.
Un’improvvisa malattia se l’è portato via.
Il vuoto che ha lasciato è immenso, come Maestro,
come amico sincero, come uomo.
Ma nulla porterà via dai nostri cuori il suo ricordo,
nulla potrà cancellare dalle nostre menti ciò che ci ha insegnato,
nulla riuscirà a farci dimenticare il suo genio, la sua pazienza con noi, la sua arte.
Addio, Franco. Sarai sempre per noi il Maestro.

Quanto segue è la tesi di Franco per conseguire il sedicesimo livello di insegnamento al corso del maestro Suzuki.

i vuoti e i pieni in un bonsai

tutto quello segue
lo posso sentire
guardando un bunjin-gi
sopra un asse di legno
all’ ora del crepuscolo
sullo sfondo di un cielo autunnale.

La bellezza dello spazio

E’ la differenza tra il bonsai fatto con la tecnica
e il bonsai realizzato con il cuore

è la dilatazione del pensiero
in uno spazio definito e piccolo

è un input per dare la possibilità all’ osservatore
di respirare antiche atmosfere

è la volontà di non violentare la fantasia di nessuno
ma di stimolarla

è la differenza tra un filo d’ erba che si può raccogliere in un’ immensa prateria
e l’ unico filo d’erba da ammirare e proteggere in un deserto

è la differenza tra: l’ essere e l’ apparire
la timidezza e l’ arroganza
un sorriso benevolo e uno di convenienza

è la differenza di chi non sa e parla
di chi sa e tace

è cantare una canzone non con le note scritte
ma riscrivere la melodia con gli spazi tra una nota e l’ altra

E’ bello lo spazio lasciato da un’ impalcatura arrogante che voleva tutte le energie “Pro domo sua”. Ma il resto delle ramificazioni hanno preso il sopravvento per un’ armonia che durerà nel tempo. Così il bonsai seleziona le nuove impalcature che diventeranno sempre più belle, più importanti, e i vuoti lasceranno lo spazio alla fantasia, all’ immaginario reale. In tutto questo il maestro regala conoscenza, l’ allievo la assorbe e la restituisce, così si cresce insieme.

Io preferisco il vuoto !!

preferisco le mani di un giovane bonsaista che tremano al tagliare di un ramo
a chi ostenta sicurezza nell’ incompetenza.

preferisco chi ti da il buongiorno con un sorriso sapendo
che si sta camminando insieme sullo stesso difficile percorso per raggiungere l’ armonia

preferisco l’ allievo che si ferma e chiede un consulto
a chi va avanti nella certezza di una sicurezza ostentata ma non vera.

preferisco entrare con lo sguardo tra i rami e dipingere con la fantasia un orizzonte sempre diverso.

preferisco sentire la grandiosità di un movimento appena accentuato ed elegante
alla forzatura di un movimento innaturale ed esasperato che fa soffrire il bonsai e l’ animo.

preferisco un brutto disegno di un bel bonsai eseguito con passione
a una bella fotografia realizzata con la tecnica.

preferisco il viaggiatore nell’ universo del bonsai
al turista critico e commentatore.

preferisco un bel bonsai in un vaso commerciale
ad un bonsai sofferente in un vaso importante.

preferisco le cose che vengono dalla mente, dal cuore e dall’ anima
piuttosto che i surrogati che vengono dal portafoglio per presentare poi il conto e chiedere “riconoscenza”.

preferisco il bonsai di chi fa bonsai
a chi non lo ha mai fatto e si sente superiore.

preferisco il rumore del silenzio
agli starnazzamenti senza melodia.

preferisco un bonsai a tanti non bonsai
e un Bonsaista a tanti non Bonsaisti.

preferisco non conoscere il tempo per raggiungere lo scopo
che fermare il tempo fingendo di averlo raggiunto.

preferisco il non tempo delle stagioni della natura
al tempo delle stagioni dell’ uomo.

preferisco un piccolo fiore in una pietraia desolata
a una moltitudine di fiori in un garden.

preferisco l’ infinitesimale che riempie l’ infinito
al frastuono che annulla il pensiero.

preferisco il vuoto da riempire con le mie e le tue sensazioni
al pieno che le annulla

preferisco alimentare il vuoto di una speranza per sempre
che avere il pieno della certezza del contrario.